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L’accorpamento è fallito: torna il Corpo Forestale?

L'accorpamento è fallito: torna il Corpo Forestale?

Il Corpo Forestale potrebbe tornare ad essere autonomo: il Governo è favorevole ad uno scorporamento, ma prima bisognerà attendere la sentenza della Corte Costituzionale.

Nuovo Governo nuova riforma per il Corpo Forestale dello Stato, oggi accorpato nell’Arma dei Carabinieri e - in una minima parte - nei Vigili del Fuoco.

La conferma è arrivata dal Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, la quale ha definito come “fallita” la riforma attuata dall’allora Ministro Madia con la quale il Corpo Forestale è stato smantellato e il personale ridistribuito all’interno dell’Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco.

D’altronde sull’accorpamento si attende la sentenza della Corte Costituzionale che potrebbe decidere della sua incostituzionalità. Ricordiamo infatti che nell’agosto dello scorso anno il Tar dell’Abruzzo ha chiesto l’intervento della Consulta in merito ad una possibile violazione del principio di autodeterminazione tutelato dall’articolo 2 della Costituzione.

Questo perché accorpando il Corpo Forestale nei Carabinieri sono state affidate delle funzioni civili ad una forza armata; di conseguenza è cambiato anche lo status giuridico del personale della Forestale, poiché questo è passato - senza alcuna libertà di scelta - dall’essere civile a militare.

Sul cambio dello status giuridico e sulla sua legittimità costituzionale dovrà decidere a breve la Consulta, ma indipendentemente da quella che sarà la sentenza il nuovo Governo potrebbe comunque optare per un ritorno al passato.

Nelle ultime ore, infatti, sono diversi gli esponenti della maggioranza ad aver parlato di un possibile scorporamento del Corpo Forestale e dell’Arma dei Carabinieri; un ritorno al passato per una riforma delle Forze dell’Ordine che ha suscitato non poche polemiche.

Perché l’accorpamento Forestale-Carabinieri è fallito

Indipendentemente da quella che sarà la sentenza della Corte Costituzionale non si può negare che l’accorpamento non ha avuto gli effetti sperati. Ad esempio il nuovo Ministro della Pubblica Amministrazione - Giulia Bongiorno - non ha usato giri di parole per definire la riforma Madia come un vero e proprio “fallimento”.

Secondo la Bongiorno basta pensare alle difficoltà che hanno caratterizzato le operazioni antincendi della scorsa estate; fallimento che ha lasciato l’immagine di un’Italia “devastata dagli incendi”.

È per questo motivo che secondo il Ministro bisognerà attendere la decisione della Consulta e poi trovare un modo per cambiare rotta.

Dello stesso parere è Maurizio Cattoi, deputato eletto per il Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera. La vicenda tocca Cattoi da vicino: questo è infatti generale dei Carabinieri Forestali, mentre prima dell’accorpamento era dirigente per il Corpo Forestale.

Anche Cattoi concorda nel dover provvedere al più presto nell’individuare una soluzione ai problemi nati con la riforma Madia, quella che lui definisce come la “cronaca di un fallimento annunciato”.

Il deputato a tal proposito ha annunciato l’intenzione di mettere in campo al più presto un intervento normativo ad hoc, con l’obiettivo di arginare i danni prodotti dalla scelta del Governo Renzi di accorpare una forza civile all’interno di una forza armata.

L’obiettivo della nuova riforma è chiaro: restituire “dignità” e “autonomia” ad un corpo specializzato che nei decenni ha rappresentato un “fondamentale presidio di tutela dell’ambiente e dell’incolumità delle persone”. Un provvedimento è necessario prima del verificarsi di “nuove tragedie”, così da evitare che si ripeta quanto successo la scorsa estate quando un’enorme superficie boschiva è andata letteralmente in fumo, senza dimenticare poi le incombenze legate alla gestione della fauna e delle biodiversità.

La sentenza della Corte Costituzionale quindi sarà un passaggio fondamentale, prima della quale non verrà presa alcuna decisione in merito alla riforma Madia; una cosa però è certa, il Governo è pronto per procedere con un nuovo scorporamento, ridando alla Forestale l’autonomia che merita.